ad imbiancare la capanna
mettevi polvere di farina
il muschio sopra la cartapesta
mancando sempre qualche statuina
ma di sicuro dormiva nella greppia
il bravo bambino
mentre il bue aveva
spezzato un corno
l'asino due zampe
ed io non arrivavo sulla sedia
a contare le palle
nemmeno a quella stella
che puntavo la vigilia
come al pendolo
aspettando mezzanotte
per andare a messa
sulla via colma di neve
noi bambini dietro a calzare
le tue orme di fede
in mezzo al presepio di paese
con i disegni strani dall'orto
la coltre giù nei vicoli
pure all'angolo quel fanale
dai baffi di ghiaccio
curioso poi sul muretto
il nostro pupazzo
senza carota al naso
e la scopa che avevano rubato
però com'era bello
mirare alle sottane
compagni di sciarpa e cappello
perdendo ancora il conto
di quante palle da tirare
mi manca il natale
il suo calore
anche se faceva tanto freddo
c'eri tu madre d'un gran cuore
e al davanzale lascio ancora un poco di pane
a chi migrando
ha spento nel tempo le ali