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Pubblicata il 16/12/2018
Ero un figlio del popolo mio
la mia terra, terra di profeti
di sangue e dolore
vidi anche il mondo
l'aria fine della Grecia
i suoi filosofi sapienti
e tentai, io tentai

quel profeta Gesù
era venuto a riformare
la scrittura, parlava d'amore
c'era un Padre non più giudice
parlava di perdono, di guardare
lo spirito e non la lettera
io colsi l'occasione

sulla via di Damasco
mi venne l'idea, ci fu si una luce
ma fu quella della mente
decisi l'impossibile a costo
della vita, Roma e Gerusalemme
avrebbero fatto pace

io sapevo dagli studi miei
che anche i pagani credevano in un
solo Dio, ma non ne parlavano
perchè inconoscibile, gli Dei erano
le manifestazioni, l'imperatore il
sacerdote, ma Mosè cosa aveva detto
davvero?

gesù fu la risposta, solo lui
aveva parlato a tutti, aveva insegnato
a trovare il Padre dentro di noi
non c'erano più ebrei, nè pagani
il mondo, il mondo, era una gran festa
divina

viaggiai tanto e molto parlai
ogni cuore mi ascoltava
ma il cuore dimentica presto
e non ha forza, l'oro, le armi
il potere misero presto fine
al sogno mio
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Uno strepitoso crescendo biografico! Eccellente, Arturo!

il 19/12/2018 alle 09:44

grazie sir morris, biografia però poco poetica e molto prosaica

il 19/12/2018 alle 10:32

Paolo di Tarso, grande testimone, non si arrende al suo sogno, anzi ne trova il compimento in quel Dio che lo ha preso per mano! Questo ci insegna a vivere! Bravo Arturo!

il 21/12/2018 alle 01:13

grazie pinki

il 21/12/2018 alle 09:49