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Pubblicata il 12/12/2018
Gelida,
forte ed irruente
la pioggia scroscia,
e di fredde frecce
il moto tacito
trafigge delle nude
mani in tremito
che del mio cuore
gli intimi
sussulti svela:
triste solitudine
nella penombra
d'una via che ondeggia,
ubriaca, sotto
l'oscillante lampada
frustata dal libeccio.

incalza il brivido
e percuote indomito
l'anima via dolente,
la cui stridula voce
da gli occhi sprizza,
mista a lacrime
scendenti nella tenebra
la mente avvilluppando
coi tentacoli
d'un disperato tedio
che impassibile
la gola strozza
lento . . inesorabile
com'un vapor letifero.

si strazia il petto
ripensando all'ultimo atto
del nostro amore:
quel terribile
>
duro e carezzevole,
spergiuri e inconsci,
e sterile!

e ritorni, ricordo,
qual fuliggine dal cielo;
e più ti scaccio,
più ti vendichi:
eterno,
a soffocarmi
nella subdola
spirale del tuo incubo.

lento s'annebbia
il rumor della pioggia,
torpido e molle,
all'ondular de' liquidi sprazzi
che il tempestoso viale
illuminano
e, come spettri, gli alberi.

attratto
dal ridente gorgo,
subito
il vascello abbandono
dell'effimera esistenza:
e m'affossa
l'onda e m'eleva,
ed annaspo
nel torbido fondale
e ancora emergo
per il liquido torpore:
in quelle vaste latitudini
sperdute ed infinite,
dove l'incubo
m'accarezza, annientandomi..
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