Ti guardo con tristezza
come la più fragile onda d'argento
che mai farà ritorno a riva
mentre ti allontani già vinta alla deriva.
smarrito il sestante
e stravolta la navigazione
sei sempre più distante naufraga e sperduta
in un crescendo di commozione.
ora che sui tuoi occhi, madre,
è calata la notte
nascondo una lacrima
sulla chiglia infranta della tua vita
e sulle lacere e travolte vele
nello schianto delle sartìe rotte
di una tragedia senza tregua
ch'è supplizio e condanna infinita.
nota:
a mia madre, ammalata d'Alzheimer.
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