Assorto
in un affogato d’ozio
rimiro l’orizzonte sbieco
e all’infinita china del sole
sorseggio un infuso di me.
ronzano moleste
punteggiature d’uccelli
nel blu di una flaccida
eppur satolla giornata.
odo starnazzare in lontananza
e al teatrale tedio ammicco
con consumato mestiere.
chiudo la cronaca di una noia
annunciata dignitosamente
tra un ronfo sgarbato…
ed un ghigno sottile.