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Pubblicata il 26/09/2018
Dalla collina
porro del tempo
s'incantò lo sguardo sul villaggio
seduto in assopito eterno
e dai suoi piedi partiva serpente in muta
una stradina polverosa e bianca
macchiata di neri asini
in fatica di soma,
granelli d'ultima rimanenza di clessidra
in abbandono di conta
tanto il ritmo delle ore smosse
non serviva alle anime fuse al creato

passamano di tal percorso
fili di telefono
trespoli d'assonnati uccelli
che di tanto in tanto s'allertavano
a un fruscio di creature deste al
cambio d'ombre su riposo
e con breve canto che carezzava la valle
segnalavano il falso evento
addolcivano il proseguo di pace
ignari che all'appiglio di zampe
scorreva ogni tanto con andirivieni
la voce metallica silenziosa di qualche sogno

dall'alto si vedevano anche
fazzoletti variopinti di mille colori
espressioni di variegate colture
frutti al sole caldo
insaporiti da oleoso sudore

all'improvviso, litanie d'omelie
si scusavano al silenzio mistico
accompagnavano un'anima
in un confetto verde a fianco
per porla nel luogo degli inamovibili
di rispetto eterno

l'emozione fu così forte,
il cuore bussò alla gola
seppur volevo andare alla fonte
da dove schiusi gli occhi
mi sentii un animale di sfortuna
che ritorna dopo aver tradito il branco

mi voltai ma a pochi passi
il grano giallo e maturo
solleticato da tremolio di calura
mi riportò al cuore due riccioli d'oro
sulla fronte arancione di un amore

capii che i ricordi sono gli unici
che possono metterti sulla schiena
il fardello degli anni... e io ero già stanco
per la lunga strada e avevo
le forze appena per il ritorno
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da: E!...Le Rose Piangono Al Tramonto!.
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