Divora l'ombra
d'irridenti arsure 'l fantasma
seppur incanutita la freschezza pavoneggiasi
qual donna che schiavitù di rughe
a sbeffeggiar imprese sottobraccio a Cronos.
in barbaro candore incarcerata
a motteggio componendosi va
indefinita parata d'astri e anco deforme;
esausti vortici di lontananza
impotenti a occultar si scorgono
pensier che la verginità serbavano
nell'involucro dell'incompiuto lor.
rotolano diari strappati
tra indifferenti urla di neve
tutto è offrirsi per poi ritrarsi.