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Utente eliminato
Pubblicata il 10/09/2018
Anemico brulicare di pietre
che d’irriverente salsedine l’odore recano
è il diario nascosto dei giorni
ad annullarsi in supremo, persistente anelito.
intarsi di rocce incanutite
il balenar dei sensi arpionano
la protensione lor al sublime umiliando.
sfilano in rassegnato consenso
le esili nervature del fallire
nel mulinar di braccia del vacuo
di cui il vivere andò da sempre rivestendosi.
salendo ‘l respir va
su giostre di confuse rimembranze
che furtive inghiottono
il lavico incedere degli anni.
ribelli s’annidano i succhi gastrici
alle pendici indifese del soffrire
da un mantello di maestrale complice avvolti.
vano, avvilente è il rimestare
d’una figliolanza da compiangere
non da rimpiangere
e al palingenetico stritolare
di giorni dalle unghie ben affilate
s’abbevera a un ennesimo,
scanzonato sghignazzare.
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Quando parli di figliolanza a cosa ti riferisci, rispondimi se vuoi . Questo vagare di pensieri è comunque bellissimo. Ciao.

il 10/09/2018 alle 21:28