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Utente eliminato
Pubblicata il 04/09/2018
Urla ‘l violin in sacro gemito
nell’ormai sgualcita custodia ch’a sua dimora ebbe
ove dell’arpeggio mille volte ebbe l’anelito
d’una musica ch’a pizzichi ed arcate crebbe.
sempre detien la nobiltà della rosa e l’umiltà della viola
a sé avvinto e racchiuso in una nota sola
in lui indomita regna levità di liuto
che voce dà al natural suono d’un mondo talor muto.
allegri in aere sparge a guisa di stelle filanti
e in teatral mura insuperbiscesi dinanzi a scalpitanti astanti
stagliasi libero e inafferrabil il capriccio delizioso
ch’a manto di tepor sul mondo si stende armonioso.
stradivarian velivolo che sempre s’alza in quota
estro di Paganini che nell’uran complice ruota
spalancasi in preghiera qual benigna finestra
e la sua amorosa goccia dona al mare dell’orchestra.
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hai dato un suono poetico con merito allo strumento e a chi lo ha usato nel suonarlo.piaciuto

il 04/09/2018 alle 14:50

e' magnifica! mi ricorda nu pianoforte e notte: di Salvatore di Giacomo! molto suggestiva! bravo un saluto

il 04/09/2018 alle 19:49

Non essere modesto mi associo a Fiordipsiche, i tuoi versi sono dolci ed intensi allo stesso tempo, proprio come il suono di un eccellente violino. Proprio il mese scorso son andata ad un concerto di Uto Ughi nella suggestiva atmosfera del parco della reggia di Caserta, lui quella sera suonava un Gualtieri.Ti rinnovo i complimenti..ciao.

il 04/09/2018 alle 22:41

Anche tu.

il 05/09/2018 alle 14:06