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Utente eliminato
Pubblicata il 29/08/2018
Lontani i giorni mendaci e rimpianti
dell'infanzia caparbia
sull'isola bella, struggente,
dalle cui aspre scogliere
è appena una nebbia lontana
il continente del dolore,
dai contorni sinistri e sfuggenti,
subito fugata dai raggi del sole,
sempre splendenti sull'età dell'incoscienza,
insieme al breve turbamento
di chi è sfiorato
dalla sofferenza mai vissuta.

l'isola attraversata dal fiume sterminato
dalle sponde remote
che fende il fragore del mondo,
dove la mia anima ottiene requie
dal peso di vivere
la gioia e l'amarezza,
la speranza e la disillusione,
l'angoscia e il sollievo,
dalla massa indistinta
di decenni di ricordi,
di migliaia di volti opachi,
che mi frastornano
senza possibilità di sintesi,
di un senso compiuto,
nella marea che da sempre mi sospinge
dietro all'illusione di volere, di scegliere.

l'isola dove ho conosciuto
la purezza dell'egoismo inconsapevole,
dove ho concepito
i sogni che ho tradito
e quelli che ancora nutrono il mio spirito,
dove è sbocciato l'essere
che pure ora
non riconosce più se stesso,
tanto il mondo
ha lentamente corrotto i suoi pensieri,
senza poter intaccare
il nocciolo sacro della sua anima.
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L'evoluzione dell'uomo è pregevole quando ricorda e riconosce passo per passo il proprio passato. Tanti omaggi. Un saluto.

il 29/08/2018 alle 21:30

condivido il commento di Cassiopea......profonda e veritiera poesia Gabriela.

il 30/08/2018 alle 17:21