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Pubblicata il 25/08/2018
Alzo i finestrini, è finita anche questa
notte… e mi sento quasi vile,
tolgo le chiavi dal quadro e non
riesco nemmeno ad alzarmi dal sedile.
credo che la faccia distrutta,
a pezzi che vedo nel vetro
è solo uno dei tanti fantasmi
che vorrei lasciarmi dietro.
e se non cattura più il mio sguardo
la cassetta della posta
non è per come mi sento, ma
per quanto mi costa
pensare di dirti come stanno davvero le cose
-prima dovrei centrare però la serratura-
… che non riesco a guardarti in viso,
che adesso sto male e ho quasi paura.
non delle sue lettere, poco
mi importa che arrivino o meno
ma di rendermi conto che per me
sei quel tanto nominato ultimo treno,
davanti a questi occhi, ora piccoli piccoli, che si
liberano in qualche modo delle lenti a contatto
e davanti alle scuse che mi devo per
quello che senza usare il buon senso ho fatto.
guidando come un folle perché sono
in balia di te che mi hai appena congedato
da un’interminabile sera trascorsa a bere
pensando ad altro … ma non mi ha aiutato.
io, l’ amico che non c’è bisogno di dirlo, che
mi vuoi bene anche se son solo con questo caffè
… e tu, che è difficile dire che mi raggeli
i polsi, che mi sto innamorando di te.
chissà quante notti verranno ancora, e quanto
mi potrai bastare, e i respiri interrotti.
ora che si è chiuso il sipario su questa
notte, e chissà su quante altre notti.
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