Ondeggia il silente manto
su anfratti d’ormai domata alma
che gemente assister dovette in progression di generazione
alla violenza di persistente defenestrazione.
del profano desiderio di speme si rivela l’untore
e velenoso reca ‘l sorriso e incantatore
preciso è il suo urlo, e nondimen fremente
“nulla attender devi dalla lingua né dal cuore della gente”.
a lucido si tira lo sguardo incupito
di chi l’essenza dell’uom ha ormai capito.