Soffi
aneddoti illusori ed evanescenti
invan coprono
di spalle orrendamente ferite
l’inestirpabile e luminescente impronta.
vigliacca e silente si dilegua
la sonnecchiante ermeneutica
di sensi che più per nome non si chiamano;
restano null’altro
ch’avide, insidiose eredità
d’una tavolozza incompleta
nel borbottio di un pennello smarrito.
più ormai non scorgesi
che per uno studiato, irrefrenabile annientarsi,
missione incandescente
del divagare per divincolarsi dal gemere.
l’estenuante gracidare or s’ode
d’una seducente regressione
che in palingenetiche forme s’offre,
per frantumare l’esercito scomposto
delle deformazioni speranzose del domani.