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Pubblicata il 03/08/2018
Ti prego non spostare
la cenere e il suo odore.
sono i testimoni unici e ultimi
che quel fuoco ha arso,
rosso sangue
caldo e vivido.

ti prego non spostare
il riso dall'angolo della tua bocca
in memoria di un momento giunto
giocando d' anticipo
lo riconosco, esagerato
prima del tempo.
eppure in sua assenza ha poco senso
la vita e tutto il suo sottobosco.

problemi, ansie e paure
sono radici delle sempreverdi
più elevate al cielo,
più smeraldine e pure.

possiedi la convinzione
che la malattia sia il mezzo per amare
la salute ed un viso florido e rubicondo
e che la miseria occorra all'apprezzamento
del pane quotidiano,
così come credo che la morte concorra
a istillare il fervore per l'essere in ogni secondo.

privi di dolore dove troveremo stimoli
per inseguire la soddisfazione?
ti pregherei,
di insistere a pregar a cuor leggero per lei
ma di non addolorarti ancora per la morte di lei.

le stelle non valgono nulla senza uno
sfondo di nero,
i monti li ami di meno senza manto di gelo,
l'amore stesso brucia di meno se non si teme
di perderlo mai,
e nessuno muore fino che lo ricorderai.
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Qualcun ha scritto( in questo momento mi sfugge il nome) che chi si ama non muore mai è solo nella stanza accanto!

il 04/08/2018 alle 01:25

ed è vero

il 04/08/2018 alle 08:58

La frase è attribuita a vari soggetti, Cassiopea. E tu Mirtilla hai condotto le tue parole su quelle tracce riferendoti, ad un certo momento, ad un soggetto sottinteso (femminile). E' penetrante la contrapposizione che solleva su ali leggere un così rilevante confronto con l'ultima porta.

il 15/08/2018 alle 20:25

Si Mariano

il 31/08/2018 alle 21:17