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Utente eliminato
Pubblicata il 01/08/2018
Giovin speme niun mai mi disse
che precoce più non t'avrei coccolata
insiem dilaniati fummo dall'apocalisse
di quella pugna che sempre è sbagliata.
gemer non devi Mostar mia amata
ch'un di'delle bombe cesserà stridor
il fier ponte nuova vita avrà e tu qual fata
della novella pace difenderai 'l candor.
oblio e rimembranza saran al medesmo tempo
l'abitazion divorate da codarde bombe
i parchi di dover mutati in cimiteri per lo scempio
di dover scavar nel verde per ricavarvi tombe;
ove dimora or hanno centinaia di fratelli
ch'in Erzegovina fioriron e rivivran né tempi belli
né quai faran ritorno i bimbi sulle strade gaudenti
e non avrà 'l doman più olezzo di sangue e sgomenti.
e udir dovrem 'l sembiante anco de' tre italiani
che dilaniati fuor in quei luoghi sì vicini e sì lontani
il sacrificio lor compiuto nel bosniaco suolo
sia nei cor nostri verso perpetua concordia il volo.
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Il tuo poetare è così alto che ci vorrebbe un commento che lo equagliasse. Bravissimo. Parlare di guerra distruzione e di umanità calpestata è da veri maestri della penna...come la tua!

il 01/08/2018 alle 21:57

Sono sicura di non avere affatto esagerato! Ciao!

il 02/08/2018 alle 23:17