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Pubblicata il 27/07/2018
Mi racconta questo vecchio
che oggigiorno è professore,
del mattino in cui suo padre
fu svegliato da un rumore.

celava sotto il petto
incartamento stretto, stretto,
belle e rosse due fettine di vitello
dai tedeschi trafugate,
nonostante conoscesse il rischio
di finir come la bestia
per calmar la carestia.

due minuti e tutte le porte
furon presto spalancate.
un'ora per evacuare ed ogni casa
a Gessopalena venne fatta scoppiare.

le signore mantevano,
in cammino allontanandosi,
poca farina e tavole,
per impastare ancora
delle loro cucine ricondandosi.

eppure in quel trambusto
qualcuno s'era accorto
di quel furto
e giusto giusto
l'uomo corse inseguito
oltre tutta quella gente.

ormai proprietaria di sangue e cadaveri oltre che del niente.

visse ancora molti anni,
dai fucili nemici scampato,
sotto due file di cadaveri egli rimase per un giorno acquattato.

sebbene dal nemico non rintracciato,
sepolto vivo sotto carne morta per due pezzi di cibo,
invalido rimase,
succube ogni giorno dell'incubo.

mai più in grado di dormire,
di svegliarsi riposato,
sopravvissuto a fame e al rischio d'esser ammazzato
povero ladro di carne per cena,
col sangue per sempre gelato in ogni vena.
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