Ecco del libero manifestarsi ‘l viral regno
ove però governar sempre non sa la tremante monarchia
scorger di rado vi puoi intonse gemme di poesia viva
e l’inter quasi reca invece banalità e invettiva.
ergonsi sterili violenze, protagonismi insani
il fetor velenoso di primordiali istinti umani
poco conta ‘l pensar, tutto l’esser presenti
ch’a umiliar imprende sanza ritegno alcuno
di pensier estension e di sentimenti.
così talor del comunicar universale l’attual palestra
divien d’insulto e alterco una fetida finestra
‘ l ronzar odesi dell’esser bieco e vile
che la sua essenza a cener piega nell’essere ostile.
ma via vi sarà ancor per fender ‘l nauseabondo lezzo
di chi verso ‘l simil suo sol prova ribrezzo
e pur se lungo ‘l odos procedasi della virtualità
ritrovar si potranno concordia e civiltà.