Un lieve soffio
il ricordo della mia infanzia,
denso di istanti mai colti
ma gustati come quei frutti
che rubavo negl'orti.
di corse a perdifiato
nelle giornate estive tra i campi,
dove giacevo sull'erba
con gli amici ansanti.
infanzia di sole,
di farfalle e api ronzanti
su margherite e viole;
di voli impazziti con acquilone ;
di scenari arditi
proiettati sui muri
dalle ombre
dei pergolati di viti.
di papaveri rossi,
che stampavamo sulle braccia,
che rendevano giardini
i broli abbandonati tra l'erbaccia.
di quando ormai stanchi
si spegnavano i giorni
e si accendevano le lucciole
prima dei ritorni;
di tramonti irreali,
di odori di terra e di muschi
dopo i temporali.
oh, la vita era una giostra vorticosa,
come il volo di una rondine
nell'arcobaleno dopo la grandine.
tanto e di più offriva
quella tavolozza di colori,
sotto quei cieli azzurri
e immaginari amori.
ma c'è una figura minuta
dai capelli d'argento,
permeata della luce
color del frumento
che ancora gioca
all'ombra di un gelso:
è la mia infanzia perduta
in un altro universo