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Pubblicata il 10/05/2018
Dalle lentiggini furiose il viso di bimba
sul grigio dei muri, corpo d’angelo d’urlo di fuoco
guarda -le disse la memoria- fioriscono rughe
dove lacrime trattenute in questo mondo
sono stelle sulla scala della morte e tu
insegui ancora il sole nel perduto vento
hai primavere distratte in ciclo disconnesso
nell’ozio d’abitudini di nostalgica sequenza
e paure sbattenti sul cuore come onde
con la pretesa d’arredare occhi in sogno.
dalle ferite aperte la vita non sempre si perdona
memoria s’adagia silenzio di stanza occulta
con la tenerezza del viaggiatore al finestrino
che ha smarrito la meta tra le paure dell’arrivo.
il lettino con l’orsacchiotto e il gattino sono lì
a ricordo d’un mondo ormai lontano
e l’uomo dagli occhi bianchi gli sorride
padre dolce sollevando l’anima nel sonno
nel mentre la donna col piatto tra le mani
nutre di calma l’ultimo addio col bacio rotto.
chiudi gli occhi ora, sei pianto di bambina .
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