...E ricordo la casa delle Fate
sull'ermo colle candida,
soffusa sulla dorata
berica cornice:
il tetto aguzzo...
... Artificiosamente in quella casa
curiosità mi spinsero e la sorte:
v'entrai spavaldo, carico di brame
l'ingenuo cuore
ed agitato dalla folle febbre
che giovinezza suscita struggendo:
e m'acceco' il riverbero
di sprazzi lucenti, e specchi
e variopinti drappi e molli letti;
con voci occulte, nitide lusinghe
eccittavano al talamo allettante:
e mi sommerse
quel suono, e come plasma
sovrappose sulla mia
la sua indole maligna.
stetti nel sogno splendido
con vile rassegnazione:
ad inseguir le Fate e la bellezza
fugace... d'un'immagine eccitata
da impulsi strani e, despota
su me regnante sempre.
m'affanavo a carpire quell'incanto
che ogni giorno, più labile, svaniva:
la presenza invocandone o
d'oscuro rincrescimento,
all'imminente sua fine gemendo.
caddi nell'insensibile tranello
di quelle pieghe:
torrido tifone che trascinava
giù, sempre giù,
rotando senza fine
nel miraggio chilometrico di Fate...
immensa solitudine!
nel buio, precipitando,
il richiamo mi colse d'una luce
dall'infinito tremula sorgente:
due visini, due palpiti d'amore
la mia Speranza...
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