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Utente eliminato
Pubblicata il 05/04/2018
Riluce l’Aldebaran d’ancestrali tenerezze
poi ch’al vociare di certezze assetato dell’uomo
s’accosta di luce vergine madida.
viaggia il brulicare del cogito ergo sum,
su traiettorie di pensieri falsamente rettilinei,
che del tremebondo passo a monarchi s’ergono
perché più a germogliar non abbiano
impronte di respiri svergognati dal deprimersi.
addensandosi va
su labbra liquide di mai intercettati pianti
il solletico d’un’indomabile speme
che a ribollenti nascondigli si ribella
di interstizi di urlante autoannientamento.
sibilano tra concerti di neuroni assonnati
sorsi di epistemologie scalpitanti
daga ch’a spiegar vanamente si addestra
ciò ch’ostinatamente esiste negandosi.
dove mai albergo avrà la pallina
su questo infuocato biliardo
ch’eros e thanatos annovera sempiterno
come velenosi, indiscostabili perimetri?
fruscio di mantello di latte odo
ricamato da un bacio di montagna
perch’ a protezione possa adagiarsi
sul canto intimidito e indifeso d’un mughetto.
allora soltanto,
in questo umile carcerarsi
del pittore che la presunzione svergogna
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il 07/04/2018 alle 08:13