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Pubblicata il 04/03/2018
che tipo strano
sembri un arrivato,
uno che ha avuto tutto dalla vita;
sembravi poco prima un affamato
ed ora sembra uno che ha mangiato
a sazietà e non ha più appetito.

pensare che piacevi proprio per quello
per quel tuo ricercar il fato innato
pareva che giocassi col cervello
che invece ora sembra atrofizzato.

non giochi più, ed è proprio un peccato.

più che invecchiato tu sembri di un passato
molto remoto che non hai mai vissuto,
mastichi la tua fetta del creato
senza piantare il seme ricevuto.

sei out, fuori tempo, d’altri sentieri
non stai né dentro il coro né sei un solista,
qualcuno c’ha provato fino a ieri
ad insegnarti il canto ma ormai sei fuori
e, se rientri ti cacciano a pedate.

È il tuo destino, vattene randagio,
per te non c’è messaggio né bottiglia,
e nel tuo andare, lungo la battigia,
non prendere neppure una conchiglia.

non hai mai segnato nella tua partita,
senti i tre fischi e capisci che è finita.

nessuno si darà per te mai pena,
non sei mai stato soggetto dentro un tema.
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Amarissima disamina e verifica e di un'esistenza apparentemente di consistenza in realtà d'apparenza ed infine di completo abbandono. La frase finale è un compendio pregnante della dimenticanza assoluta; la composizione una vera discesa verso questa. Emozionante.

il 21/03/2018 alle 18:10