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Utente eliminato
Pubblicata il 01/03/2018
I ricordi volano oltre lo spazio sconfinato,
oltre oceani siderali e galassie fluorescenti,
al di là di sensibilità invise e saccheggiate,
al di là di silenti stillicidi e di confuse emorragie
di cui è satura la sagoma nella stanza smembrata
dall'attrito con il tempo e dalla disumana follia,
e fuggono nella sinfonia di un'estate inattesa
su una nuvola di tenerissimi sguardi e d'allegrie gattesche
con il pensiero solidale alle solitudini d'artemisia

L'infinito nella metropoli è dramma cosmico
che occlude gioie, meraviglie e danze primordiali,
l'infinito in qualsiasi altro luogo e tra i solchi di volti amici
è puro sigillo di riconoscenza di salvifici mutamenti
nei musei che ci circondano e nelle orbite musicali
in quest'epoca costellata di pochezza e ingratitudine
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Stillicidi....emoraggie...Solitudini d'artemisia...Bello rileggerti, ritrovare queste espressioni che restano impresse...queste atmosfere che mancavano... Molto bene... ;)

il 01/03/2018 alle 19:20

Bello ritrovarti, Virgin, in questa lirica riconoscibilissima, dal lessico ricercato e dalle metafore originali. L'unica vestigia umana in questo componimento è solo una sagoma, in un dove improbabile ma vieppiù degradato e estraneo, solo solchi di amici e incomunicabilità disillusa e irriconoscente , irriconoscibile. Un ulteriore tassello alla tua weltanschauung al tuo extra/intra cosmo artefatto ed esiziale.

il 02/03/2018 alle 06:13
373

il senso di essiccazione che la città ma non solo vuole imporre, e il tentativo di sopravvivenza costante. andiamo avanti a tentativi... ti abbraccio fortissimo.

il 02/03/2018 alle 13:24

Bon retour parmi nous dopo il 15 settembre con densità d'immagini e spazi. Lo sfarinamento ci permea e impregna, è una sensazione contemporanea non dissimile da coloro che, in altre epoche, vedevano la fine del mondo nella fine del 'loro' mondo. Tutto si ripete nel cosmo umano. Al momento odierno vi è un'amplificazione perché sussiste l'illusione di avere informazioni ma poco è mutato se non nell'accelerazione. Avvertiamo quello che vogliamo avvertire, sentiamo quello che ci vogliono far sentire. Resta un amico che ci parla e le sue parole sono consolazione. A risentirti.

il 02/03/2018 alle 20:26

...Deficere est iuris gentium...

il 03/03/2018 alle 17:07