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Pubblicata il 23/02/2018
La capsula del tempo

quando tu parti
per cercar la via
che ti porti a quel nuovo negozio
ti dici che lo fai per aver decoro
che non ti garba di restare in ozio
quindi emigri per cercar lavoro.

prima di partire, con rispetto,
metti il tuo passato in un fagotto
lo arrotoli e lo leghi a mò di palla
lo porti al posto tuo e lo sotterri
dentro c’hai messo il tuo vissuto
i tuoi ricordi, gli affetti e qualche amore
le foto di com’eri un dì di festa
qualche progetto che avevi per la testa.

parti pensando che lì, dove l’hai messo,
starà al sicuro, finché non tornerai
ma poi lo scordi, la vita ti cattura,
sei come prigioniero e non torni mai.

dimentichi del tuo luogo sicuro
pensi al presente che non lega col passato
però ogni tanto, quando ti distrai,
quel tuo fagotto torna spesso a galla,
pare qualcosa che non hai digerito
che torna su da dove l’hai seppellito
quel nodo dove l’hai legato
non racconta di un seguito col passato

rammenta invece dove l’hai strappato.

hai tutto qui, ma ti manca il tuo vento
e l’aria che spirava su dal mare,
con la salsedine che non ti trova più,
vuoi morire nella tua gioventù.

in giro ci sei stato e...si ti piace
ma non sei riuscito mai a stare in pace,
quel posto che ti ha dato la luce
rinviene come un peperone
ed ogni volta ti si ripropone
sempre più spesso,
sempre più pressante,
a una certa età proprio ti prende
e non ti lascia solo mai più un istante.

ritornerò alla quercia, alla marana,
e non importa se non esiste più,
tirerò da là sotto il mio fagotto
e lo ritroverò così, come l’ho messo,
anche se il posto non è più lo stesso.

che se un migrante torna alla sua terra
é un po’ come lo sbandato di una guerra,
non trova tracce della sua gioventù
perfino il vento non lo riconoscerà
però lui sa che dentro quel fagotto
l’aveva messo e lo ritroverà.

per questo dentro sorride soddisfatto
È tutto là, nella sua capsula del tempo.
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