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Pubblicata il 26/01/2018
Dall'immagine tesa
vigilo il tempo
colgo l'attimo
con imminenza d'attesa.

non aspetto nessuno,
nell'ombra accesa
dal focolare
spio il campanello,
ma esso non spande
alcun polline di suono.

un deserto di oro fuso
or mi sembrano
queste mura;

esse stupefatte
di fatto vivono,
scrutano e odono
l'umano tormento.

vibra il pendolo,
quasi volesse
portar ristoro
alle mie pene

vibra d'eterna agonia.

fuori
il bisbiglio del vento
umane or sembrano
le piante
contorni indefiniti
ombre.. eterne ombre_

nei miei occhi il gelo
nel mio animo
l'oblio del male;
lacrime di vetro
rigano il volto mio
intorno l'inverno
estraneo patrigno
del mio sentiero vitale...
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