PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 31/12/2017
in un tremolante
sogno di mezza estate
eri apparsa tu
e senza un velo di vergogna
avevi inaspettatamente bussato
alla porta
di quel mio cuore
arrugginito
cercando invano
complicità d'intento
ed io
in silenzio ed emozionato
ti avevo accolta
con l'assurda pretesa
di un miracolo
un appiglio certo
per non toccare il fondo

avevi così varcato
indomita nel tuo credo
quel cancello
cigolante
di vecchi e nuovi rancori
per raggiungere a piedi nudi
col tuo passo felice
il prato dell'amore
dove
due anime perdute-
ubriache di passione
ed avvolte
nel tenero abbraccio
di quella leggera brezza -
si rincorrevano
strizzando l'occhio innamorato
ad un gioco ben riuscito

mi avevi donato
senza se e senza ma
la parte più bella
del tuo essere donna
inniettandomi
dosi salvifiche
di nuova linfa
elargendomi
nuovi spunti
per poter ancora credere
alla forza della vita
ed ingenuamente
mi vedevo il re del mondo
ed io scioccamente
mi illudevo
di essere fuori dal tunnel

eppure il nostro giorno
si era trasformato
lentamente
in una gabbia stretta
dove nessuno dei due
aveva la chiave giusta
per poter uscire
e fuggire
senza più voltarsi in dietro

mi sono guardato dentro
scoprendomi nuovamente
in balia di vecchi tarli
ostaggio
di verità a te mai dette
e
per non farti percepire
la mia fragilità
avevo indossato
quella maledetta maschera
e mi obbligavo ad essere felice con te
rinnegando la mia essenza
e fingendomi
capace messaggero
di cupido taroccato

ti guardavo negli occhi
con una serpe nel petto
e spudorato
ti declamavo
tutto ciò che
il tuo romanticismo
voleva sentirsi dire
...ti prendevo la mano
e accarezzavo barbaramente
quella tua legittima voglia
di essere amante e complice
distruggendo vigliaccamente
quelle tue certezze di felicità
e intanto nell'aria
che odorava di niente
vibrava meccanica quella danza di corpi
in delirio di sensi
io ero bastardo più che mai
tu inconsapevole vittima
di quella mia oscura
ragnatela

fino a quando
tu leggendomi nel profondo
della mia viltà
ti eri accorta
che mai ero stato tuo
fino a quando avevi ben compreso
che io vivevo nell'infelicità
di un gravoso peso
che attimo dopo attimo
mi trascinava
inesorabilmente
sull'orlo di un precipizio
mina vagante ero!

con le lacrime agli occhi
mi donavi
un ultimo bacio
e silenziosamente
ti eclissavi
sul primo binario
mentre la pioggia
lavava
la nostra sconfitta
....e
il treno partiva
con la consapevolezza
dentro di noi
che sarebbe stato
un addio
amici mai!

e oggi
a distanza di anni
non posso che prostrarmi
al tuo ricordo
e bruciando quell'ultima nostra fotografia
ti chiedo perdono,
immaginandoti
felicemente addormentata
accanto ad uomo
più vero di me...
  • Attualmente 3/5 meriti.
3,0/5 meriti (2 voti)

Un passo avanti lo hai fatto chiedendo perdono Emico, mi congratulo con te. Io non ho potuto avere questo piacere. Felice anno 2018 poeta.

il 31/12/2017 alle 18:00

per apprezzare ciò che di valore si ha tra le mani....molti prima lo devono perdere .... piangere dopo aiuta poco...anche se non ha il lieto fine il tuo scritto è assai piacevole e lascia il segno.....

il 01/01/2018 alle 21:07