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Pubblicata il 07/12/2017
Se le Stelle non fossero altro
che parti più dense del loro Cielo
e quando ciò fosse
la loro densità superasse
quasi d'infinito intervallo
quella del resto del Creato,
se le parti più chiare
ed oscure della Luna
rappresentassero un volto umano
e ci fosse simiglianza
con un ceffo di Leone
o col volto segnato di Caino
con sulle spalle
un irto e grave fascio pruni
e sulla faccia dello stesso Sole
si vedessero produrre o dissolvere
materie dense e oscure
in sembianze simili alle nuvole
che s'avvinghiano sulla Terra
e molte di queste macchie
fossero così vaste
quanto tutta l'Africa e l'Asia ancora,
allora questo sarebbe un navigar
senza bussola, senza remi, senza Stelle,
e converrebbe per necessità
dare impavidi sullo scoglio in secca.

(dedicato alla gatta Pallina, passata la scorsa notte)
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I gatti, Ancient, sono esseri particolari, ed a te hanno inspirato questi versi dal sapore astrofisico, densi come al tuo solito solito, un probabile refuso nell'ultimo verso non ne altera la intensa lettura.

il 08/12/2017 alle 06:35

il testo era già stato redatto quando mi è giunta questa triste notizia. Nell'ultimo verso non c'è refuso: dare contro gli scogli (è stato volutamente omesso "contro"). Si potrebbe eccepire quel quel "sugli" ma il tema erano gli effetti delle alterazioni e delle mutazioni degli astri. Come hanno effetti in cielo così influiscono anche sui versi.

il 08/12/2017 alle 11:19

...Sarà ma se dai sugli scogli la nave va a fondo...e quando mai, poi, per necessità ? Qui c'è una allegoria ma non te la spiego...

il 08/12/2017 alle 16:50