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fax
Pubblicata il 02/12/2017
Goccia dopo goccia,
perché hai imparato a contare?
questo veleno che scende lento
e che chiamano luce
si attacca ai tuoi sogni,
occhieggia beffardo in trappole di specchi,
lascia nudi i tuoi silenzi..
ma questa notte, tutti i pezzi sono ancora al loro posto
e nessun posto è mai abbastanza..
questa notte,
i numeri scivolano nel buio
senza far rumore,
perché il tempo è un’invenzione
e non ha più bisogno di preghiere..
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bravo :-)

il 04/12/2017 alle 08:31

Mi aggrego come sopra! CIAO!!!

il 04/12/2017 alle 12:19
fax

Grazie per i vostri apprezzamenti. Sono felice che vi sia piaciuta, mi piace pensare che il tempo sia solo un'invenzione frutto del lato umano della nostra natura e che, in realtà, nulla e nessuno sia stato perso. Tutto vive, ogni ricordo è in realtà il riflesso di un presente sfuggente, ogni caro affetto perduto è solo un tesoro nascosto nell'ombra. Un caro saluto. Fabrizio

il 04/12/2017 alle 19:28

Nella notte molte cose si ricompongono. Il tempo è sicuramente una convenzione, di conseguenza o in precedenza un'invenzione, ma ne siamo perseguitati nella nostra conta millesimale. Il quesito iniziale è quindi calzante e la sua spiegazione potrebbe essere che l'utilizzo serve ad affrontare la luce, la presenza e solamente l'abbandono ci scioglie dal vincolo. In alternativa l'illusione (sono spiacente) che qualcosa di noi rimanga. Forse impalpabile nel ricordo di qualcuno. O nel mito che tutto si trasforma e nulla realmente scompare. Piacevolissimo il silenzio finale scevro di una qualsivoglia necessità.

il 06/12/2017 alle 19:29
fax

Molto belle le tue parole. Si. il finale ha il sapore di una liberazione, dalle necessità, dai condizionamenti, da una vita impacchettata.. Un caro saluto. Fabrizio

il 06/12/2017 alle 23:02

Leggerti è approfondire la meditazione e , nei tuoi testi mi titrovo....

il 28/12/2021 alle 12:25