La registrazione (il ricorso ad un oggetto desueto dà a tutto un sapore, per me, molto malinconico) suppone una memoria a cui si ritorna. E quella conclusione così da 'volo basso' dona alla composizione una veridicità incontestabile. Anche nell'apparente. Il mutamento pronominale mi sbilancia un po'. Ora, il mare fonte iniziale di vita può avere l'ambivalenza di cosa o di persona. Allora il cambio di soggetto e di pronome, con il cambio di passo che rimanda alla tradizione orale, ha un senso. Sì, proprio così…credo. Un salutone
Sei molto acuto ed introspettivo. A dir la verità ero incerto sul cambio di registro pronominale, poi ha prevalso la necessità di trasgredire le consuetudini con una scelta desueta. In fin dei conti la mia è volutamente solo prosa poeticizzata.
La differenza è sottile come una carta velina. Il cambio di registro e di pronome è dei nostri più grandi narratori da Joyce dell'Ulisse' a Marques di 'Cent'anni di solitudine' allo stupendo João Guimarães Rosa di 'Grande Sertao'. Poesia prosicizzata? Leggili, non sono facili, ma sono delle malìe.