- Soliloquio
l’impasto di spessore richiesto all’essere, lo scrutinare lessici a spina dorsale per fare la differenza nell’anima allevata agli istanti indifesi, nella fretta di ripetere norme senza tregua quasi a sondare l’effetto sulla preda.
- Questo ringhiare e graffiare tra sbarre alla fine decide e non serve la paura ma la scelta per disarmare l’intenzione, dimenticare l’etichetta lasciata penzolare sui soliti modi gentili: - di nulla, grazie, buonasera- senza presa, senza furia, affinché l’altro senta la perdita di casa, affinché l’intuizione riveli la natura all’inganno, lo sciacallaggio suggerito alla chiusura con davanti la presunzione d’indifferenza , la genuina rinuncia all’alternanza per esaltare esausto il dolore dell’essere senza nessuna speranza, né attesa, né poesia.