l'accettazione anche dei dossi che la vita ci pone davanti, purché si segua la direzione che ci fa sentire davvero liberi. mi piace, art.
E dopo il naufragio del 6 ottobre il ritorno, seppure malinconico, del 4 novembre. Quel 'venni chiamato che ero altrove' è quasi l'inizio di un canto epico. Il viaggio circolare per tante esperienze riporta sempre a noi, inevitabilmente, alle nostre partite doppie. Anche quel richiamo alla levata di mano per colpire mi ricorda, in sfumatura, Odisseo. Spero che la mano levata si sia fermata per un buffetto tutt’al più. Ciò darebbe alla chiusura un valore, per me, più elevato: starebbe ad indicare che, dopo un lungo viaggio esperienziale si è appreso che si può essere più grandi anche nella rinuncia. Forse ancora più grandi proprio per questo
hai centrato il punto Mariano, si può esser liberi rinunciando, non ripetendo un gioco che alla fine è sempre uguale, la mano che si alza per colpire si deve fermare, ma sapendo, vedendo...Mi piace il richiamo ad Odisseo, in fondo paradigma di ogni uomo, ed in fondo è vero, racconto un ritorno, oltre che fisico interiore....grazie davvero per il tuo impegno per questa mia
Fa male, a volte, ritornare sui propri passi, se si sa che la realtà è pregna di ricordi senza aria. Ma i legami sono forti e si spera nel buon senso degli altri. Ad maiora.
esatto Decio, in genere quando si torna si è sempre soli, i momenti sono sempre diversi....Ad maiora grazie