PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 29/10/2017
Morire continuamente
mentre si è vivi

e lo scrivere come medicina
a un folle male
che divora dall'interno

la poesia domatrice
dell'anima chiusa in gabbia

può tenere a bada gli assalti
della belva interiore
che morde famelica i giorni

ma non le spunta i denti
mai abbastanza

la ferita perenne nella carne
reclama la sua presenza costante
ogni volta su lembi lesi di pelle,

unico pallido rifugio tra i cuscini
una stesa nera d'inchiostro

poi un giorno un sonno di fumo
nella tana di un garage
la tomba d'ogni futuro rifugio

e sapere che in realtà
la fine era lì fin dall'inizio

pensieri leggendo Anne Sexton
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (4 voti)

Grande, quel “sonno di fumo”...

il 30/10/2017 alle 09:18