-Familiare precipizio il bordo vince
fingendo limiti lungo l’arco la fuga
i dubbi appaiono tramutati in scelte
di comodo ad illusione prospettica
oltre la promessa ridisegnando profili.
-Ricuce strappi la ragione nel sentimento
architetta la resa e insegue lo smarrito senso
finendo nel fuoco d’una pagina di cera.
-Resta il divorato agonizzante del vivere osando
nutrendo pensieri d’immenso con ali di vento
trascinando fantocci a specchio di cielo
neonati a codice, lungo rive d’arenata follia
sequenze visive poetiche di misera aporia.
-Viaggia l’ironica fame, la narcisistica speme
sulle pendici del Golgota a fatica di Sisifo
intima tensione di bimba lasciata sola.
-Vano porre il freno a risorsa nostalgica
patetico, ridicolo raggiungere il greto fragile
l’accidentale esistenza consegnata ad arte.