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Pubblicata il 04/10/2017
E venne quel giorno forse
anche agognato di lasciare
il mio lavoro,come spesso
ho sognato.

il tester gia' intonava una
vecchia canzone,(beato
te che vai in pensione).

presi i cacciaviti e li misi
in fila sul bancone, per
guardarli tutti e dargli
un bacione.

accarezzai il martello e
presi quel briccone, che
piu' di una volta acciacco'
il mio ditone.

le Pinze si erano rattristate
perche' dalle mie mani non
si sarebbero piu' scaldate.

in un angolo il vecchio
trasformatore che mi riscaldava
con il suo calore,mi disse(mi
mancherai caro scocciatore).

lasciai la grande scala con
qualche rimpianto,perche'
lei sa' se qualche volta ho
pianto.

nessun rimpianto e nessun
ripensamento,non cambio
la vita in un solo momento.

da domani vado in pensione
e con essa passa una parte
della vita mia, vi porto tutti
nel mio cuore con infinita
allegria.

30/10/2016
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373

voglio scriverla anche io questa poesia

il 04/10/2017 alle 13:19

Caro Diretto 373 anche tu avrai la tua meritata pensione, nonostante le nubi che si addensano sul futuro e se' non sooo' morto io saro' il primo a leggerla,un saluto

il 04/10/2017 alle 16:19
373

eh seee ciaone

il 04/10/2017 alle 22:09

Dai Diretto 373 su con la vita

il 05/10/2017 alle 09:24

ahahahah... divertente! :)

il 06/10/2017 alle 14:19

Grazie un modo come un altro per raccontare frammenti della propria vita, un saluto

il 09/10/2017 alle 10:46