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Pubblicata il 28/09/2017
Sala d’albergo.
la signora le versa da bere
aspetta qualcuno? Chiede
lei non risponde, apre la borsa
e tira fuori un colibrì.
me lo ha regalato dopo un anno. Ha detto lei
la signora accenna un sorriso
e riempie il secondo calice.
fuori, leggeri fiocchi di neve ricoprono l’asfalto.
È ancora autunno, non l’aspettavamo
mica questa neve. La signora lo dice.
dice anche della stanza al secondo piano.
lei, il colibri lo mette in tasca
non le resta che aspettare
chiede il terzo calice
la neve continuerà a cadere per tutta la notte.
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qui con un bicchiere di vino davanti, impazzisco per quel colibrì

il 28/09/2017 alle 20:58

I dettagli, spigoli di immagini, riflessi di accadimenti, e la neve, qui, in questo autunno che le cede, uno , due, tre, calici ( non coppe) e la notte che s'appresta ad essere lungo, la fiamma del colibrì probabilmente non la riscalderà...

il 29/09/2017 alle 13:51

Bella analisi. Grazie

il 01/10/2017 alle 09:58

Intensa visione d'interno gremito di solitudine. Mi sovvengono certe immagini di Hopper. E il tocco del colibrì è un geniale rimando, una cosa minuscola ma di gran valore. Chi conosce la vita frenetica del colibrì con le sue migliaia di battiti cardiaci comprende appieno la ponderosità della sua leggerezza. E' un tocco quasi favolistico che solleva a centinaia di battiti d'ali la palpabilità della malinconia di tutto il narrato. La stanza al secondo piano mi suggerisce quasi una delicata seduzione. O forse solamente l'invito ad una requie.

il 01/10/2017 alle 14:35