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Pubblicata il 14/09/2017
Perché tu fosti, io sono
ora, qui
in questo spazio e questo luogo
a cercar il senso,
un segno
a tentare di esser degna
e a carpir il giusto, il meglio.
non rimpiango eppure piango
spesso, per lo squilibrio,
quell' infinito che mai si colma,
che mi mostra
vie e sentieri in direzioni opposte,
che mi chiama, m' interpella
mentre ancora mi tormento:
voglio il meglio!
non vedo oltre i miei bisogni
e ad ogni bivio ulteriori dubbi;
ormai nulla si distingue
il bene e il male i miei organi.
ogni passo è sacrificio
o un compromesso momentaneo,
ovunque vado manca un pezzo
di me che lascio in giro.
mi dimezzo eppure cresco
con il passar dei giorni
disperdendo sale
che insaporisce, o forse brucia
mentre piango ancora nel futuro
per il futuro stesso;
ma il passato è in salvo
e questo mi consola
perché piango, ma non rimpiango.
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A volte si legge e si tiene per se, parola per parola, quello che è d'altri. Forse perché ci si ritrova dentro come in un abito su misura.

il 14/09/2017 alle 22:49