Dubbi d’amenità casuali
cadono nel vortice dell’anarchia,
senza regole di tempo
nello spazio di un caffè,
salutano.
respiro futuro.
mastico il passato tra ozio e stanchezza
saluto il taxi che ti porta via
tra baci salati e mani sudate.
abbraccio l’amore e lo tengo stretto,
unico figlio rimasto a vegliare il padre;
nel cielo stelle cadenti
solcano il blu
come lacrime che cadono dall’universo.
nell’istante di un sorriso
giacciono foglie spazzate dal vento,
tremanti gattini affamati
grufolano tra i piatti ormai vuoti
e piangono.
bevo la vita
cucino il futuro tra olio e peperoncino.
aspergo il corpo per farlo crescere
misera piantina seccata dal sole.
dormo nel letto dove non si riposa,
solo con me stesso
leggo libri usati da altri.
parole stampate con lacrime d’inchiostro
indistinte.
nel vento cadono ricordi
e sul crinale del tempo
ondeggiano tremanti,
indecisi tra la nebbia
ormeggiano la barca
in secca.
ma avanti non c'è posto.
il taxi è andato via.
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