A seno in su,
sparse le natiche sul letto,
il senno masticato dalle pecore
e dalle stelle, sempre
ti penso.
limonavamo
sospesi
nell'orto calmo dei limoni,
al pascolo
sulle nostre bocche
transumanti.
pesci essiccati a gola in giù
penzolavano intanto da una corda sfilacciata
esalando l'ultimo mare;
ai lati, muri imbrattati coi palmi
trasudavano un tempo bianco
abbacinante.
il tuo ricordo
attracca ancora a questa ora
il suo ticchettio babelico
di fili
di bava.
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