Cotruii il mio cielo
con ali acide
e viaggiai oltre
questi stupidi confini
che legano i polsi
quell'ultimo volo
dove osano le aquile
in picchiata senza timore
quell'ultimo volo
e mai più fui così in alto
presumendo perfino un dio
poi mi sfracellai
ridendo nel sogno,
il risveglio però fu amaro
sul solito letto
sudato di noia
un sole atrofizzato
attendeva alla finestra
sotto ,la strada grigia
passanti come formiche,
la massa di noi piccoli esseri
ed io con ancora dentro
il brivido di uno splendido decollo
assolutamente irripetibile
come angelo in ginocchio,
inchiodato al suolo
ancora piango, orfana di paradisi