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Pubblicata il 01/07/2017
del suol calpestato dall’antiche genti:
etrusche umbre romane longobarde Patria,
tu Umbria: patria di sante santi del pennello
della penna un tempo insigni gran maestri,
qui dove il seme sacro all’atzeco trova forma
e sotto scorre veloce il fiume dell’ imper
che il mondo antico al gioco suo sottomise,
dove il calibo licor bollente e forma trova e
e di durezza tempra, dove Spoleto la dotta
dei mondi offre spettacoli e cultura, dove
dall’alto alla vista s’apre il borgo e qui
lo sparvier di Federigo un di trovò rifugio
e oggi il rosso sagrandino al palato gentil
di Bacco la letizia dona, Bevagna ove al Sentin
allor il roman diè dolore all’umbro e qui nel giugno
quel viver medieval rivive, io dalla rocca di Spelto
ove i floreal disegni a rallegrar la vista a gara
fanno a te Umbria un canto d’amore canto
faccian eco a questo l’acque del lago dove
gaio Flaminio del punico subì l’onta e del Clitunno
di cui Giosuè in versi incliti declamò le fonti.
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Bellissima, davvero! Bravissimo, Rusticus!

il 01/07/2017 alle 20:07

Grazie Sir Morris, buona domenica e cordiali saluti ggc

il 02/07/2017 alle 08:33