Nell’eternità dirottata
neanche polvere,
e senza un vento gentile
o un‘alchemica sera,
dell’infelicità ci si innamora.
senza una tregua
ci si può incurvare
nel divenire più solitario e meno degno,
diventar sottili ancor più di un sogno.
la nebbia poi, ti entra dentro i pori
come malattia che prega
per le tue vene perse altrove.
e come si rimane soli,
e com'è vasta la palude:
t’abbatte tra le braccia e non t’illude.
- Attualmente 4.4/5 meriti.
4,4/5 meriti (5 voti)