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Pubblicata il 15/06/2017
Nell’eternità dirottata
neanche polvere,
e senza un vento gentile
o un‘alchemica sera,
dell’infelicità ci si innamora.
senza una tregua
ci si può incurvare
nel divenire più solitario e meno degno,
diventar sottili ancor più di un sogno.
la nebbia poi, ti entra dentro i pori
come malattia che prega
per le tue vene perse altrove.
e come si rimane soli,
e com'è vasta la palude:
t’abbatte tra le braccia e non t’illude.
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Significativamente triste, Hera! Un po' di sano ottimismo, sù! Brava!

il 15/06/2017 alle 08:12

Capisco bene ... e tu lo sai, carezza

il 15/06/2017 alle 15:18

Parole tristi ,tranquilla e' solo un momento

il 15/06/2017 alle 16:59

splendida poesia, davvero bella

il 10/11/2017 alle 12:18