PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 14/01/2003
Danzando con i piedi
gelidi della follia
Mi accingo a rovistare
Nelle vecchie rovine perse
I candelabri glabri
Ancheggiano nella foschia
Ormai resa improbabile
Da un inopportuno sole estivo
Entrando dalle fessure
Di uno scuro lasciato
Volontariamente socchiuso
Parole fredde dimenticate
Dentro ad un insipido libro
Accalorano in me il senso
Della vendetta dell'inutile
Ricordi accavallati su pensiline
Treni caduti dalle scrivanie
L'urlo selvaggio
Del macchinista impazzito
Lo stridere dei freni e
L'inevitabile schianto
Lasciato cantare
Da una cara canzone
E il macchinista anarchico
Che ancora respirava
La forza del pensiero e il Nabucco
E le buone stagioni
E le piantagioni del tè
E tutto questo mi colpisce la testa
E il correre delle dita
Su questa triste tastiera
Non riesce a sollevare
di un centimetro
L'assoluta mancanza di Speranza
E il lutto atroce
E l'urlo atroce
Vince in me
E la desolata solitudine
Vince despota
con i suoi cupi vessilli.

E io mi schianto a terra ormai spossato
Liberato dal fragore di questo ritmo inutile
Dai miei fedeli cattivi pensieri
E dai miei infidi e insicuri ricordi.

Nero.


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Mi fa piacere che questa ti sia piaciuta.
.. e accetto volentieri l'amichevole invito a 'tirarmi su'....
Ciao.

JJ

il 15/01/2003 alle 21:40