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Pubblicata il 13/05/2017
Non era senza spine la mia rosa.
aveva un dipiù di sopraffino,
ma peccava in qualcosa.
al tuo forte profumo mi consumo,
ripetevo, ma non sapevo ignorare
lo spreco d’un inferno estetico,
l’ostentazione di ricchezze fatue,
la condotta e un contegno ermetico.
lei si donava senza riluttanze,
non nutriva speranze,
ma voleva il cavalier servente,
esigeva un ambiente ricercato.
ma io ero semplice studente,
etichettato eterno squattrinato.
e un bel giorno mi son defilato,
per un tale che ingenuamente
si professò felice suo cliente.
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Mhm...Ugo, a parer mio fai uso di un mottetto un poco goliardico per dissimulare una pena latente che nel tempo non hai saputo mettere sotto chiave... Nel verso "lo spreco d’un inferno estetico" traspare secondo me marcatamente il coinvolgimento passionale ma anche umano a cui sei stato esposto...perdona l'adire...Con stimissima , Sergio

il 14/05/2017 alle 05:54

bellissima prova del tuo abile poetare, bellissima l'immagine "lo spreco d’un inferno estetico", che ha colpito anche me. Saluti!

il 14/05/2017 alle 14:39

Grande maestria nel poetare e nel dover "parare" il tempo che se ne va ..., un abbraccio forte forte.

il 14/05/2017 alle 17:14

Versi particolari intrisi forse da qualcosa perso,un salutone

il 15/05/2017 alle 12:02

Apprezzata...e anche pungente...Ciao Ugo

il 27/05/2017 alle 16:44

Ho letto solamente le tue tre ultime, perdonami ma il tempo è quello che è e siamo tanti naviganti in questo mare magno. E vorrei incontrarne molti. Allora: la proposizione finale la dice lunga su tutta la faccenda. Ed anche un frase intermedia sul donarsi. Avevi comunque gli occhi aperti ma nulla toglie al rammarico ed alla amarezza. Dolentemente piacevole.

il 12/12/2017 alle 19:02