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Utente eliminato
Pubblicata il 03/05/2017
Gli piaceva
consumarsi all’asciutto
non spingeva mai
furono in molti ad avvertirlo
ma a lui non importava
se sapeva del passaggio
aveva anche una sua idea
e in più c’era il suo culto
quella parte del passato
con quel tempo che restava
era come una rivalsa
non riusciva a rassegnarsi
poi gli dissero che
quello era il suo nome
e che dopo averla vista
non sarebbe più tornata.
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dunque, io baso la mia interpretazione di questa poesia sull’esistenza. vedo un uomo che nel “consumarsi” all’asciutto, non si “sporca” delle cose del mondo. ha un suo mondo, un suo modo personalissimo di vivere e vedere le cose. e va oltre le intimazioni che riceve dal mondo, oltre le opinioni altrui. in più ad aggiungersi, le radici, la cultura personale e anche il bagaglio proprio del sangue, che formano e caratterizzano che lo si voglia oppure no. tutto questo, trasporta come la corrente di un fiume la tua vita. a testa alta, con coraggio, vai avanti. prima o poi verrà riconosciuto il tuo modo di essere e non verrai visto come “strano” per il tuo modo assolutamente unico di agire. in più la rivalsa sta proprio in una specie di operazione matematica.. tra quello che è stato e quello che sei, che sarai. che ti aspetta. ti dissero che quello era il tuo nome.. apolide. ovvero senza una chiara identificazione di provenienza. mi fa pensare che il mondo abbia paura di te, perché si ha la necessità di catalogare e organizzare le persone, e con te è impossibile perché viaggi su binari diversi. ho riletto gli ultimi versi credo mille volte… chi è costei? la giovinezza. il tempo di sfiorarla e non c’è più.. ma corri, corri sempre. non puoi fare altrimenti. o non saresti tu. e vista la tua bellezza.. ringrazio che sia cosi.

il 14/10/2017 alle 16:05