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Pubblicata il 07/03/2017
Sai, ogni tanto penso
a noi due.
e’ un rapporto bello, difficile
dire il contrario.
però i dubbi sono umani
e ogni tanto mi ricordo
di esserlo anch’io.

quindi guardo le tue pupille
e so che si muovono
nello spazio e nel tempo hanno incontrato
altre pupille, magari più belle
più profonde, più definite
delle mie.

e allora, umano, troppo umano,
mi struggo e mi dispero.
penso alle altre mani, che ti hanno toccato.
penso agli altri baci, che ti hanno emozionato.

il cuore sanguina, mi dilanio da solo.
torturante perché impossibilitato a cambiare
io sono, una tortura unica e personale.

scivolo nel nero, più veloce della luce
mi affogo da solo nel pantano
non ne esco, non so nuotare.
tu però, forse saggio, forse innamorato,
forse impietosito,
mi tendi una mano mi sollevi, mi pulisci.

purificato mi osservi,
e io riguardo quelle pupille,
quanto sono diverse, ora,
mi mostri che io per te
sono quelle pupille,
che tu hai per me.

la chiamano gelosia,
ma quando è reciproca, quando è comune,
quando entrambi la sentiamo,
non sarà forse paura, timore, di perderci?

potrai avere incontrato molte pupille,
ma questo, questo che abbiamo, io e te,
non è quello che pensavo, non è quello che pianificavo.

sei la più splendida spontaneità e libertà d’essere
la prosperosa creatività, causa di sofferenza e gioia,
luce nel mio profondo buio.
sei il taglio sulla tela della mia vita,
sguardo attento su quello che ci sta dietro,
la chiave per il mio infinito.
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