Se verrete da queste parti vi dirò ogni cosa
del mare sepolto sotto occhi immortali
dei visi che naufragano nel guardarli
della speranza giocata a testa o croce
la donna che mi parla di figli dispersi,
di uomini riamati
e di anni scritti in poesie dell’ottocento
dimenticate a Varsavia, o a Baltimora.
se verrete davvero da queste parti
vi racconterò
dei miei vicini infelici
dei tradimenti nel giorno di Natale
di quelle torte infestate di insetti taglienti
che tanto piacciono agli entomologi
di lei, al bar malinconia
con il caffè annaquato del mattino
davanti le nuvole della noia.
verrete qui
a stendere le vostre anime deserte
a recitare quelle dolenti note dilaniate dal cardiogramma
a spargere sale su neve vecchia di giorni
non aspettatevi proprio ora
falsi sorrisi, impudici inchini, lascive strette di mano
la resa sarà incondizionata
la scrittura impietosa.
lo so, verrete ugualmente da queste parti
il giorno muterà
mentre la notte sarà già trascorsa
e potrei interrompermi
tra deliri aggiornati
tra refurtive sentimentali
verrete allora
e immaginerete che tutto possa ricominciare
come un tempo arrivato
come la rivolta che grida
ora, qui!