Sono stata nutrita con latte e lealtà
e vestita di onerosa decenza
per onorare ogni promessa fatta
ed ogni debito assunto
guadagnando credito e rispetto.
ho imparato ad osservare il mio sguardo
riflesso sullo specchio limpido, senza menda
ma oggi incapace a nascondere i tagli
che solcano e bruciano il mio cuore
spegnendo ogni mio sogno ed ogni spera.
non ho incensato viscidi e precari potenti
per non mangiare il pane rancido
sottratto con l’imbroglio,
sulla tovaglia finemente ricamata
con il fioco filo dell’inganno e dell’iniquità.
ho creduto che poche ma pure gocce
potessero formare un limpido mare
capace di nettare ogni morbo
mentre scopro ai miei piedi
una lurida e virulenta pozzanghera.
mi trascino una valigia ingombrante
colma di delusioni e sogni infranti:
vorrei fermarmi e svuotarla
buttando le vecchie e spesse vesti
e riempirla di abiti comodi e leggeri.
vorrei che la mia storia e la mia coscienza
vagassero sperdute nel silente oblìo
per regalarmi facili ed effimeri trionfi
ma salde come un caparbio e fiero ginepro
sono la mia inesorabile condanna.
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