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Pubblicata il 05/01/2003
vagheggia la luna
giovinetta tra le fanciulle
i miei pensieri per essa
ma in mezzo
alla volta ardita
di questa notte velata
dall’odore
delle rose del campo
c’è la luce di una
piccola anima
un fuoco immoto
ricco di melodia
e di fragranza di madre
profumo vivace
d’amor sincero
non la distanza
è l’ostacolo supremo
ma la sua titanica
umiltà pargoletta
che neppure il silenzio
è sì gentiluomo
da poterla abbracciare
delicatamente
corolla di luce
perla leggiadra
di vita immortale
splende tra l’abisso
dell’universo celeste
vellutata carezza
sul petto
levigata freschezza
sulla fronte intiepidita
dalla brezza primaverile
di Zefiro
troppe sensazioni
troppo poche
per sradicare
l’inebriante effluvio
della sua idea
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...la tua lirica è una "vellutata carezza" per la mia anima...mi arriva come una "brezza primaverile" e la sensazione che mi pervade è stupenda...
...tutta ammantata di un fascino particolare, ma i versi che mi hanno davvero esaltata per la loro profondità, che poi secondo me sono il fulcro di tutta la poesia, sono: non la distanza è l'ostacolo supremo, ma la sua titanica umiltà pargoletta"...con questi versi hai superato te stesso!
...un bacio...simy

il 06/01/2003 alle 00:30