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Utente eliminato
Pubblicata il 22/10/2016
Rimane un vago miraggio
di futuro miele e quadrifoglio
se qualcuno coglie i fiori del male
al posto di finti medium assopiti,
se lo stridore di lame affilate
sostituisce il sussurro di labbra amiche
quando il rimpianto ingovernabile
travalica i confini della nostalgia,
se l'autunno invade il senno
coi lampi del cielo iniettati di sangue
sopra parole che odorano d'audacia
in un uragano di fogliame avvizzito

Rimane l'amaro sapore
del vezzeggio superficiale mondano
se la gracchiante trenodia dei corvi
sovrasta le superstiziose intonazioni del peana,
se soffia ancora vento di tramontana
sui volti stanchi di gelida solitudine
e diventa abitudine l'inquieta sopravvivenza
nel bosco popolato da arcani fantasmi,
se in questo profluvio di memorie antiche
il corpo inondato di sbronza tenerezza
infrange lievemente la bellezza sfrontata
d'una donna triste smarrita nella fede

Rimane salda la flebile resistenza
di virtuosi tremori d'incantesimo
se la corteccia d'umana misericordia
è scalfita dagli emissari del fatal biasimo,
se immortalo istanti d'eterna illusione
nelle sere d'argilla in cui gli sbagli
s'incrociano al di là di versi d'orrore
che fanno rantolare l'inesistente quiete,
se vacillo al richiamo di una canzone
quando venefiche vicinanze m'uccidono
ed irresistibili lontananze mi risorgono
negli indissolubili virgulti di distanze annullate
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Le venefiche vicinanze sono geniali, il resto è davvero una bella poesia.... :) Ciao

il 22/10/2016 alle 10:27