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Utente eliminato
Pubblicata il 13/09/2016
Noi, selvaggi equilibristi della parola,
amanti pagani sfaldati dalle inutili attese,
derelitti puri trasfigurati da rottami di felicità,
delle foreste obliate e straziate riconosciamo
senza indugio il mistero di luce,
la levigata superficie del tepore,
la maestosa bianchezza che abbaglia
e il ricordo ancorato ad un diaframma di stelle

Ma quando un cassetto colmo di follie
è tutto ciò che abbiamo tra le mani
nel presente imbrigliato sotto un cielo Van Gogh
si rimane irrimediabilmente soli
nell'immanente finzione prigione
di un inarrestabile teatro del dolore
gravido di crudeli solitudini
nel tedio striato di un grigio Artaud

La notte è un palcoscenico troppo angusto
per l'epilogo delle giornate superflue,
tuttavia ci scopriamo sorpresi
a recitare con edulcorata sintassi
come patetici attori appassionati
il copione di una possibilità sdrucita
voltando le spalle all'orlo del precipizio,
sempre più rasente, sempre più grande
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is the new nero Boldini?

il 13/09/2016 alle 14:15
Jul

Hai ben descritto il teatro della crudeltà e quanti di noi come Van Gogh sono suicidati della società. Bravissimo Riccardo! Ciao, Giulia

il 13/09/2016 alle 15:31

Siii moltooo bellaaa..ciao.Sabry

il 13/09/2016 alle 15:52

...eh, sì...hai proprio ragione, siete i personaggi in cerca d'autore, senza scomodare Artaud...

il 14/09/2016 alle 08:32

Mi sento a casa...ti abbraccio, Andrea

il 14/09/2016 alle 11:27

eh ma non è solo quel quadro, pur essendo ferrarese che è un grave difetto e superficiale che potrebbe non esserlo, ha proprio reinventato quel colore

il 15/09/2016 alle 01:26